La figura di Shostakovich come un Sisifo moderno


Introduzione

Nelle scienze politiche, esiste una visione delle interazioni sociali che presenta quest’ultime come una serie di ‘giochi’. In questi, ci sono tre possibili azioni che un partecipante messo in condizione di disagio da un’azione o situazione può scegliere di prendere: ‘Voice’, ‘Loyalty’, o ‘Exit’. Mentre Loyalty ed Exit sono molto autoesplicativi (corrispondono infatti all’adattarsi per convivere con la situazione, o uscirne interamente), voice è più interessante. Voice prevede infatti la possibilità di protestare, e quindi manifestare il proprio fastidio, nella speranza di ottenere un cambiamento favorevole.
Uno degli elementi fondamentali del mito di Sisifo, nell’interpretazione assurdista, è la perseveranza vista come manifestazione della Protesta. Si attribuisce quindi in quest’ottica un valore intrinseco all’atto di protesta verso una condizione fondamentalmente assurda che va aldilà della possibilità di una ricompensa, come nel caso della teoria dei giochi (in cui il valore netto dell’attività ‘Voice" è di fatto negativo se non ci osno risultati tangibili).
Dimitri Shostakovich era un compositore Sovietico durante la seconda guerra mondiale e la guerra fredda. La sua carriera, nata nel periodo fiorente delle avanguardie, passa attraverso il restringimento della censura di stato, per arrivare infine nel pieno regime totalitario stalinista, e le regole ferree che vengono introdotte sull’arte e l’espressione personale. In questa fase della sua carriera, Dimitri Shostakovich dimostra il suo spirito Sisifico nel sopportare la condizione di estrema restrizione priva di speranza di uscita attraverso una protesta muta di parole, ma certamente non di suono.

Shostakovich, un giovane impavido

Inizialmente, Shostakovich segue il percorso delle avanguardie ancora nel periodo iniziale della censura Stalinista. Questo si può notare nel carattere quasi Ligetiano delle armonie nelle sue prime sinfonie, ed opere. Imparerà presto, però, che sarebbe stato necessario trovare un sano equilibrio fra scrivere musica che piacesse a lui, e musica che piacesse a Stalin. Infatti, durante un’esecuzione di ‘Lady Machbet" alla quale stava assistendo Stalin in persona, quest’ultimo esce furibondo e disgustato. Il giorno dopo, Shostakovich trova una ‘recensione molto negativa" sul giornale. Questa si conclude, a seguito di grosse critiche sul carattere astratto, amelodico, e sgraziato della sua opera, con la frase ‘questo è un gioco che potrebbe concludersi molto male’. Vista la velata minaccia da parte del Partito, Shostakovich inizia ad essere più sottile nell’espressione dei propri interessi musicali devianti. Da qui in poi, però, inizia il suo rapporto altalenante con lo stato. Questi sono stati il primo periodo di approvazione, ed il primo periodo di disapprovazione da parte del suo governo, ma on saranno gli ultimi.

Shostakovich inizia a scontare la sua pena

A seguito di Lady Machbet, le opere orchestrali di Shostakovich si fanno più sottili. maschera le critiche al partito come critiche all’occidente, oppure nasconde i suoi esperimenti musicali, come fa ne “l’età dell’oro” sostenendo di mettere a confronto “la degeneratezza” dell’occidente con “il vigore sportivo” dell’unione sovietica. È chiaro analizzando l’opera quale delle due fazioni avesse gli elementi musicali più interessanti, tuttavia.
Un caso emblematico di questo periodo è la Quinta. Pubblicata accompagnata da una nota che la descriveva come “la risposta creativa di un artista sovietico ad una critica giustificata”, è considerata un successo dal partito, che la sente in linea con l’estetica sovietica, ma anche dal pubblico, che la percepisce come un grido di rabbia e dolore in risposta alla censura.
Un caso analogo è la Settima, scritta durante l’assedio di Leningrado da parte dei nazisti. La sinfonia viene ricevuta dal partito con sufficiente calore da fare escogitare all’esercito nazista un piano per interromperne la prima. Il partito la vede come una celebrazione delle vittorie militari dell’unione, ed una critica sferrata al regime nazista. Shostakovich rileva che non si tratta di una critica indirizzata solo ai nazisti ma ‘anche al nostro sistema’, o meglio, a tutti i totalitarismi.

La musica da camera

Mentre la musica orchestrale era sotto strettissimo scrutinio, nello scrivere musica da camera, Shostakovich poteva sentirsi più libero. È qui che si vedono le sperimentazioni più grandi, e che si snte la voce cruda e ruvida del compositore. È qui che, nel piccolo della musica da camera, Shostakovich Protesta le ingiustizie che percepisce nel mondo. nel 1944, quando iniziano a sentirsi voci dell’Olocausto che stava avvenendo in Germania; Shostakovich nello stesso periodo perde un caro amico, che per caso o per destino è ebreo. L’autore quindi, già solito includere passaggi in Frigia dominante, (in Yiddish, Freygish. Figura 1) compone un trio di pianoforte d’archi in cui essa compare straziata, portata all’estremo del grottesco. Questa, rivela a corrispondenti, è una critica non solo all’antisemitismo della Geramania nazista, ma anche all’antisemitismo in Russia, che sopprime anch’essa la cultura ebraica in questo periodo storico.

yiddish Figura 1. scala frigia dominante

Dichiarazioni di questo tipo non sono insolite per Shostakovich. Soprattutto nella musica da camera, non è insolito che riversi una parte delle sue sofferenze nella forma di una composizione. Questo è chiaramente visibile in composizioni come l’ottavo quartetto d’archi, pensato da molti essere scritto inizialmente come una lettera di suicidio.
Questo viene detto perchè all’interno del quartetto si trovano riferimenti a tutti i suoi temi più grandi, perchè una delle “idee” principali è la sua firma (che usa frequentemente nelle sue composizioni, ma non in questa quantità. Figura 2). In questa composizione ritorna il tema straziato del matrimonio ebraico, vengono ripresi temi dalle sue opere sinfoniche, da Lady Machbet, e dei suoi quartetti precedenti, ed idee da varie sue composizioni.\

imd Figura 2. Il tema Dimitri ShostakoviCH (in notazione tedesca), firma di Shostakovich che inserisce in molte composizioni

Personalmente, sono dell’idea che il quartetto d’archi non sia semplicemente una lettera di suicidio, ma una lettera di salvezza: un grande atto di Ribellione che riassuma quella che ha intessuto nelle sue composizioni nell’arco della sua vita, che in modo sisifico lo riporta dall’orlo del baratro in cui si trovava, pronto a ripartire.

Magnum Opus

La Nona sinfonia. Il nome da solo è già evocativo: la Nona di Behetoven, la Nona di Bruckner, la Nona di Mahler. Stalin, conoscendo bene il potere della Nona, ed avendo recentemente vinto una guerra molto importante (l’anno è il 1945), nota che Shostakovich ha al momento scritto solamente 8 sinfonie. Essendosi Shostakovich tenuto nelle grazie del partito per qualche tempo, decide di commissionare la sua Nona sinfonia in onore della parata militare in piazza Rossa, a Mosca, che celebra la vittoria sovietica sul regime nazista.
Shostakovich nota l’occasione per compere il singolo più grande atto di ribellione della sua carriera, e spingere per un’altra volta il suo macigno finto in cima. Per assicurarsi che passi la censura, Shostakovich scrive la sinfonia in Mi bemolle maggiore. La tonalità dell’ Eroica di Behetoven. Questo viene immediatamente minato da un accordo di sol bemolle già alla quarta battuta, ma probabilmente la tonalità è stata sufficiente a non farlo notare.
Quello che consegna Shostakovich è un’opera leggera, spensierata, scherzosa. Già nell’introduzione il tema degli archi ed il gioco d’intreccio fra i fiati suggerisce un’opera scritta come sottofondo ad una commedia. Questo è enfatizzato ulteriormente all’ingresso del trombone, che suggerisce l’inizio di una fanfara maestosa con una cadenza che sembra essere perfetta, ma che lascia lo spazio immeddiatamente ad una risposta giocosa da parte dell’ottavino. Lo spirito grottesco viene solo aumentato dalla scelta di introdurre un ritornello alla fine dell’introduzione. Questo è un richiamo alle prime sinfonie di Haydn, una pratica assolutamente anacronistica per una Nona moderna. La sinfonia raggiunge l’apice del grottesco nel momento in cui il motif del trombone viene ripetuto per 5 volte fuori posto, come se il trombone avesse fretta e partisse troppo presto. Questa è una poco sottile presa in giro dell’entusiasmo degli amanti del partito che dimostrano nel voler essere sempre i primi a dichiarare il loro supporto al partito, e dà un tono grottesco e francamente ridicolo all’intero primo movimento.
Il tono giocoso, scherzoso, ed ovviamente grottesco della sinfonia non passa inosservato da Stalin che, in seguito all’esibizione, procede a dare Shostakovich un richiamo ufficiale insieme a Prokofiev e Kachaturian nel 1948. Viene dichiarato un ’nemico del popolo" e gli vengono tolte le sue cattedre. Sarà solo dopo la morte di Stalin che riuscirà ad uscire da questo stato di isolamento.

Il mito di Shostakovich

Riprendendo l’inizio de ‘Il mito di Sisifo" di Camus, l’unica questione filosofica degna di considerazione è il suicidio.
Shostakovich è, a mio avviso, una figura sisifica perchè di alte ambizioni nella sua origine, viene lanciato in una vita di lunghi ed incessabili tormenti. Un mondo in cui viene posto davanti all’assurda combinazione di uno spirito creativo e di una censura stringente che gli tarpa le ali. Di fronte a questa incompatibilità, esplora ogni aspetto umano della sofferenza, passando dal tentativo di passare attorno alla censura coi suoi stratagemmi (come nel caso dell’Età dell’Oro), a semplicemente nascondere il suo estro sotto ad una maschera di propaganda, come nella Quinta e nella Settima, a trovare sfogo nella musica da camera, a grandi atti di ribellione come la Nona, che però paga cari ogni volta. E quando giunge alla Questione per antonomasia, trova conforto nella Ribellione, e giunge alla conclusione che la vita sia degna di essere vissuta. Non penso si possa dire abbia vissuto propriamente in modo felice, ma trovo che la sua sopravvivenza soltanto possa rendere innegabile che se una figura mitologica nella ribellione all’assurdo può trovare addirittura felicità, noi come Shostakovich possiamo sperare di trovare sopportazione.